Vivere in esilio, non poter tornare nel proprio paese: questo esprimono i lavori artistici e performativi delle artiste e degli artisti coinvolti nel progetto In Ex(ile) Lab, a cui coop. Abantu ha partecipato come “associated partner” e il cui evento di chiusura viene presentato durante l’edizione 2024 del Festival di Santarcangelo, che si svolge dal 5 al 14 luglio.
Il progetto riunisce organizzazioni con sede in Francia, Italia, Cipro e Portogallo ed è co-finanziato dal Programma Europa Creativa dell’Unione Europea. I partner hanno lavorato per sperimentare percorsi di integrazione transdisciplinari creati su misura, in cui gli artisti e le artiste che affrontano una condizione di esilio possano crescere come individui e artisti, nelle società che li ospitano e nello spazio europeo. Il progetto è guidato da l’Atelier des artistes en exil (Parigi) e sviluppato e realizzato con Alkantara (Lisbona), Visual Voices (Nicosia) e Santarcangelo Festival.
Coop. Abantu ha partecipato portando le proprie competenze sulla normativa dell’asilo, soprattutto nella fase di progettazione della call per artisti in esilio, con la quale sono stati selezionati 12 artisti e artiste: Eisa Baddour, Emmanuel Ndefo, Francisco Thiago Cavalcanti, Irkalla, Keyla Brasil, Letícia Simões, Liryc Dela Cruz, Maryam, Mo, Nina Itova, Pinky Htut Aung, Polina Chebanu.
Di questi, durante il festival di Santarcangelo saranno in quattro a presentare la loro ricerca svolta nel biennio con il sostegno del progetto e l’accompagnamento di mentori: Liryc Dela Cruz, Francisco Thiago Cavalcanti, Eisa Baddour, Dalila Belaza.
Il tema del festival, quest’anno, è “while we are here”, e si svolge con la direzione artistica di Tomasz Kireńczuk. Così la presentazione del programma:
“Mentre siamo qui, circa 180 conflitti armati sono in corso.
Mentre siamo qui, il genocidio continua a Gaza.
Mentre siamo qui, non si ferma l’aggressione russa contro l’Ucraina indipendente.
Mentre siamo qui, una persona su sei vive in un’area di conflitto attivo.
Mentre siamo qui, in oltre 50 paesi vige la pena di morte.
Mentre siamo qui, in molte parti di mondo l’aborto è vietato e l’omosessualità è punita con la morte.
Mentre siamo qui, rifugiate e rifugiati muoiono in mare, sulle montagne, nei boschi.
Mentre siamo qui, i più ricchi diventano sempre più ricchi, i più poveri ancora più poveri.
Mentre siamo qui, l’economia predatrice continua a speculare sull’ambiente, aumentando il divario economico della popolazione.”
Il festival offre un programma “dal mondo” per dare uno sguardo “sul mondo”, con una grande attenzione alle pratiche antirazziste e decoloniali, ma anche alla condizione dei rapporti umani, al dolore della solitudine individuale, necessità della vicinanza.